Ecologia sociale: uno sguardo all’umanità e alla natura

Fondata dall’attivista Murray Bookchin, l’ecologia sociale è un approccio alla società che abbraccia una visione ecologica, ricostruttiva e comunitaria della società. Questa ideologia cerca di ricostruire e trasformare le attuali prospettive sia sulle questioni sociali che sui fattori ambientali, promuovendo al contempo la democrazia diretta. Cerca di eliminare la scarsità e la gerarchia nell’economia a favore di un mondo in cui le comunità umane lavorino insieme in armonia con la natura per accettare e promuovere la diversità così come la creatività e la libertà.

Murray Bookchin

Nato nel 1921, Murray Bookchin è stato una figura importante negli sviluppi del movimento ecologista del XX secolo. Mentre sviluppava le sue teorie, Murray Bookchin scrisse opere fondamentali come Post-Scarcity Anarchism, Toward an Ecological Society e The Ecology of Freedom. Sebbene si identificasse come anarchico per gran parte della sua vita, Bookchin alla fine iniziò a criticare l’anarchia a favore di un “socialismo libertario” inquadrato nel contesto di un’ideologia politica che chiamerebbe “comunalismo”.

Rapporto tra gerarchie e crisi ambientali

Nell’ecologia sociale, l’idea che molti debbano controllare la natura è vista come espressione di una mentalità autoritaria che è alla radice della struttura della nostra società. Questa ideologia è, secondo l’approccio, vista come una causa principale dei problemi ambientali. Piuttosto che essere visti come una gerarchia, la vita e l’ambiente dovrebbero invece essere visti come un sistema complesso in cui tutte le forme di vita sono interconnesse e di pari importanza per un ambiente sano e sostenibile.

Principi fondamentali

Questo approccio alla società propone l’idea che i problemi ecologici siano inevitabilmente il risultato di disfunzioni sociali nella società umana. L’approccio postula che i problemi in ecologia saranno completamente risolti solo quando le questioni sociali sottostanti saranno affrontate e risolte. Queste questioni sociali coinvolgono cose come l’espansione industriale, una struttura di classe che designa alcune porzioni dell’umanità come “inferiori” e una visione distorta di ciò che costituisce “progresso”. L’approccio collega fattori sociali come il razzismo, il sessismo e lo sfruttamento dei paesi del terzo mondo con problemi ambientali come la deforestazione delle foreste pluviali.

Relazione con altre teorie e punti di vista

Bookchin riteneva che troppi ambientalisti stessero cercando di risolvere i problemi ecologici concentrandosi sui sintomi dei problemi invece che sulle cause sottostanti. Piuttosto che cambiare radicalmente la società per una soluzione globale, gli ambientalisti hanno individuato problemi particolari come la sovrappopolazione e la deforestazione.

Un ecologista sociale sottolinea l’importanza di stabilire un sistema sociale più egualitario che sia guidato dall’uguaglianza e dalla cooperazione piuttosto che dai profitti individuali. L’azione collettiva e l’uguale interesse per tutti gli aspetti della vita sono fondamentali per questa forma di ecologia. È importante capire che questa forma di ecologia vede gli esseri umani semplicemente come primati molto intelligenti. Nonostante siano molto intelligenti, gli esseri umani fanno ancora parte dell’ecologia e non dovrebbero in alcun modo essere considerati un “caso speciale” né tra i mammiferi né tra la vita animale in generale.

L’ecologia sociale ha continuato ad avere una forte influenza sulla società e sulle opinioni sulla questione ambientale nel 21° secolo e probabilmente continuerà ad essere importante man mano che aumentano le preoccupazioni per problemi in corso come il riscaldamento globale e la sovrappopolazione.

L’ecologia sociale come via d’uscita dalla modernità capitalista

L’ecologia sociale è la scienza del rapporto delle persone con i loro ambienti naturali e sociali. Esamina come queste relazioni sono modellate da diverse prospettive che abbracciano discipline scientifiche classiche tra cui antropologia, filosofia, storia, archeologia e teoria sociale. Non è una teoria puramente descrittiva: il suo progetto cruciale è come la relazione critica uomo-natura possa essere reimmaginata e trasformata.

Nel teorizzare una nuova comprensione del rapporto sociale con la natura, l’ecologia sociale offre punti di partenza decisivi: l’umanità si è sviluppata attraverso un naturale processo di evoluzione, in cui, all’inizio, non c’era né opposizione, competizione né sottomissione tra natura e umano. In questo processo di sviluppo sociale e nelle forme organizzative che le società hanno adottato, c’è una connessione con l’evoluzione naturale. Possiamo pensare alla natura preumana – piante e animali – come “prima natura” la sostanza attiva e turbolenta della vita organica che si sta sviluppando verso una maggiore complessità e differenziazione arrivando, infine, alla “seconda natura” – esseri umani che sono autocoscienti e consapevole, in grado di intervenire nel mondo naturale.

Il sociale e il naturale si compenetrano a vicenda. Come esseri umani, avremo sempre bisogni naturali di base, anche se questi sono stati istituzionalizzati nella società attraverso una varietà di forme sociali. Dobbiamo anche comprendere l’unicità dell’intelletto dell’umanità nell’interazione tra evoluzione naturale e sociale. Il cervello non è venuto dal nulla, ma è stato il risultato di un lungo processo evolutivo che si è sviluppato lentamente in un complesso sistema nervoso. L’intelletto è quindi profondamente radicato nella natura. Questa unicità è caratterizzata dai comportamenti sociali delle persone, dalla loro creatività e immaginazione.